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APPENDERE IL CASCO AL CHIODO: ecco perché non si può fare

EX PILOTA DI NUOVO SULLA RETTA VIA GRAZIE ALLA 3.0 V6 DEL FIGLIO

La passione per le automobili sportive e per le competizioni motoristiche è per molti qualcosa di innato, irrefrenabile, soprattutto quando, come nel mio caso, sei figlio di un ex-campione italiano di gare in salita che ha smesso di correre qualche anno prima che nascessi.
Sin da piccolino trascorrevo le mie giornate guardando e riguardando gli articoli di giornale ormai ingialliti dal tempo e i vecchi album di fotografie anni ‘80 con la Simca Rallye 2 “Riccitelli” di mio padre, color rosso fiammante, quasi sempre su tre ruote, rammaricandomi di non aver potuto vivere in prima persona quei momenti che tutt’ora in molti ricordano e mi raccontano.

Passano gli anni. Da quando sono bambino mio padre cerca di infilarmi in testa che l’automobilismo è uno sport diventato ormai eccessivamente dispendioso e che è meglio rimanere semplici spettatori appassionati. Tutte parole al vento.  Non riesco neanche a contare tutte le volte che di nascosto sono andato in pista per noleggiare go-kart, macchine da rally, prototipi e formule per dei turni di prove libere. La passione è un istinto incontrollabile e mio padre finge di non sapere fino a che un giorno, uno come tanti altri, lo vedo tornare da lavoro con un entusiasmo particolare e un’insolita luce negli occhi.


“Oggi dopo tanti anni ho guidato un kart”. Lo guardo per un attimo, forse non ho capito bene.
“In che senso” gli chiedo timidamente.
“Un cliente, mio sostenitore ai tempi delle corse, è venuto in negozio con un’Alfa 75 2.0 Twin Spark appena rimessa a nuovo chiedendomi di guidarla per dargli un parere. Abbiamo fatto un giro. Era da una vita che non guidavo un’auto così”. Non avevo mai visto mio padre tornare a casa così felice dopo il lavoro.
“Trazione posteriore, suono avvolgente. Al proprietario è quasi venuto un infarto mentre la facevo intraversare”, continua ridendo. “E’ la prima volta che provo una 75, non immaginavo fosse così, sembra un kart”!


Passa qualche mese ma mi accorgo che l’episodio della 75 è riuscito a far divampare più forte e ardente di prima una passione mai sopita. La razionalità giorno dopo giorno, va cedendo il posto al cuore. Dio solo sa quante volte ho pregato (e non sto scherzando) affinché mio padre si convincesse a prendere una macchina, anche un rottame da quattro soldi, per andare ogni tanto in pista insieme.  Evidentemente un Dio dei motori esiste.
Il sogno si realizza. 3 Marzo 2014, non dimenticherò mai questo giorno, dopo un vero e proprio “viaggio della speranza” (da Caltanissetta a Palermo in auto, Palermo-Genova in nave per oltre 20 ore, e Genova-Trento) finalmente arriviamo davanti a Lei!!!

L’avevamo scovata qualche giorno prima su un sito di annunci di auto da corsa. Altro che rottame la 75, rigorosamente rossa con livrea ufficiale Alfa corse, motore 3.0 V6, trazione posteriore, ponte De Dion, distribuzione perfetta dei pesi tra asse anteriore e posteriore. La prendiamo! Il viaggio di ritorno sembra quasi una passeggiata, l’entusiasmo non ci fa sentire più la stanchezza!
C’è qualche piccolo lavoro da fare ma per trascorrere qualche domenica in pista può andar bene così. Il motore e il cambio sono di serie ma il famoso motore V6 12 valvole Alfa Romeo progettato dall’Ing. Busso ha proprio quello che stiamo cercando: grossa cilindrata, affidabilità e buona cavalleria (192 cavalli di serie nel 1987).
Passa qualche settimana, il tempo di controllore tutto per poterla provare in sicurezza. Il 17/05/2015, giorno dell’inaugurazione del nuovo Autodromo “Concordia” diventa l’occasione perfetta per andare a saggiare la nuova arrivata in pista. Dopo qualche giro di “collaudo” papà mi cede il posto. Emozione a mille.

Ero stato tante volte in pista ma mai davanti a mio padre. Inizio a prendere confidenza con la vettura, a essere sincero mi aspettavo più spinta dai 192 cavalli che il motore dovrebbe avere di serie. La colpa è soprattutto del cambio, troppo lungo! Ad ogni cambiata avevo la percezione che l’auto si “sedesse”, troppa perdita di giri tra una marcia e l’altra. Anche il sound non è quello che mi aspettavo. Lo scarico era stato realizzato in maniera grossolana da qualche smanettone improvvisato.
Ad ogni modo, dopo aver preso confidenza con la vettura e con la curve dell’inedito tracciato, decido comunque di provare a fare qualche giro veloce. Sceso dalla macchina una grande sorpresa:1’15’087. Il secondo miglior crono assoluto di giornata dietro soltanto a una Clio Williams (1’14’065).

Rientro in pista per abbassare ulteriormente il tempo ma la macchina si ferma improvvisamente… Non riusciamo a capire di cosa si tratti. Torniamo a casa con il dolce e l’amaro in bocca. Il problema si rivela essere un semplice guasto alla centralina (di serie) che prontamente dopo qualche giorno risolviamo.
Tornati a casa, nel riguardare i video del “debutto”, annotiamo molte cose che si potrebbero migliorare. Nei tornanti sono costretto a girare eccessivamente il volante per cui decidiamo di far demoltiplicare la scatola sterzo del 35%. Ci accorgiamo anche di un eccessivo rollio nei cambi di direzione. L’assetto è pressoché quello di serie, tranne per gli ammortizzatori, koni gialli. Decidiamo di rivedere la vettura anche da questo punto di vista. Assetto completo della Orap (ammortizzatori e molle). Barre di torsione speciali. Barra duomi. L’appetito vien mangiando ed effettivamente mi accorgo che l’eccessiva dispendiosità per anni predicata da mio padre non era affatto una scusa per tenermi lontano dalle macchine da corsa.  “Già che ci siamo“ con un cambio decente si riuscirebbe a essere più competitivi. Decidiamo di prendere il top: Bacci, innesti frontali. Non aggiungo altro…
Per concludere facciamo realizzare uno scarico completo gruppo A da una ditta specializzata, la Cecam di Catania.

Un paio di mesi dopo, al termine di tutti i lavori, si torna in pista per un altro test. La musica è completamente diversa. Quasi non riconosco più la vettura provata nel precedente test. Sound da paura. Anche la sensazione di velocità è completamente diversa. Adesso riesco a “tirare” le marce una dopo l’altra. L’inserimento in curva è molto più preciso. Non avendo il trasponder non sono riuscito a prendere i tempi esatti ma dal “muretto” mi dicono già dai primi giri che siamo riusciti a tirare via più di un secondo e mezzo!
Giro dopo giro riesco sempre a migliorare un pelino, ci prendo gusto, forse esagero un po’… A un certo punto succede quello che non avrei mai voluto: fumata bianca. Mi sento morire. Mi viene da piangere a pensare che ho mandato in fumo tanti sacrifici.

La diagnosi purtroppo non è delle più felici. Un pistone forato, sedi valvole rovinate, tracce di smeriglio un po’ ovunque. Mio padre e i miei amici mi consolano: “le macchine da corsa sono così, non ti preoccupare. Quando possiamo la sistemiamo”.

Fortunatamente, nonostante siano passati molti anni da quando mio padre ha appeso il casco al chiodo, nel settore rimane sempre stimato e pieno di amici. Uno tra questi, Peppe Lombardo, glorioso pilota siciliano e “mago” dei motori decide di prendere in mano la situazione. Gli affidiamo la ricostruzione del motore. Sei pistoni “speciali” alla fine non costano molto di più di sei pistoni originali Alfa. Ok, decidiamo di fare le cose in grande. Un vero motore gruppo A competitivo al top.
Eccoci giunti ai giorni nostri. Abbiamo finito l’assemblaggio del motore. Assi a camme speciali con profilo da corsa gruppo A, testate lavorate, condotti lucidati, pistoni speciali, equilibratura e via dicendo. Adesso la centralina di serie non va più bene. Prendiamo una Mectronik su misura. Risultato della rullata: 248 cavalli e una coppia ai bassi a dir poco scioccante.

Adesso che la macchina è più potente anche i freni vanno rivisti. Impianto della Tar-ox con dischi forati e baffati e pastiglie racing.
Nel frattempo abbiamo riesumato il vecchio logo anni 80 della scuderia “Sillitti”
Ormai ci siamo, manca poco e torneremo in pista per vedere il frutto dei nostri sacrifici, sperando di essere più fortunati. Al di là di tutto in questi due anni la nostra Alfa, tra gioie e dolori, ha contribuito a consolidare il rapporto già bello con mio padre e vi assicuro che condividere una passione con il proprio papà è una fortuna tanto rara quanto preziosa.
Nel prossimo Settembre forse si realizzerà un altro mio piccolo sogno. A Caltanissetta si svolge annualmente la “Coppa Nissena” storica cronoscalata inserita nel calendario del Campionato Italiano Velocità in Montagna della CSAI. A quanto pare papà ha intenzione di togliersi un po’ di ruggine dal piede destro. Sarebbe bellissimo poter vivere quegli attimi che negli anni ‘80 non ho avuto la fortuna di vedere!

Corrado Sillitti