Editoriali

10 foto di James Hunt che ti faranno odiare l’undicesima

Questo non è un editoriale serio, quindi prendetelo per il gioco che è. Mi è solo capitato di fare un giro tra le vecchie foto di The Shunt e mi sono letteralmente fissato con questa:

Ecco io in questa foto ci trovo tutto. Tutto il motorsport, tutti gli anni d’oro, tutta la figura del pilota per come la concepisco io. La scrittona “PAUL RICARD” dietro a James Hunt che se ne frega, che si gode quello che sta facendo lì non curandosi troppo di niente, con le immancabili birre e sigarette, con la tuta ripiegata in vita.

Sarebbe facile dare la colpa ai tempi, all’evoluzione naturale e così via. Dall’altra però, sinceramente, non credo sia così giustificabile l’attuale situazione generale nelle corse. Non mi riferisco solo alla Formula Uno, che è fin troppo presa di mira da chi non ha il privilegio di conoscere i dietro le quinte, almeno quelli a livello più basso.

Più in generale parlo di tutte le competizioni motoristiche in cui i soldi sono andati oltre il piacere. Meglio, il piacere dei soldi ha superato quello per le corse.

I soldi sono sempre piaciuti a tutti, specie al signore seduto a destra su questa Ligier. Tuttavia, forse, non si tratta solo di malinconia dei tempi passati, di fascino dei tempi mai vissuti, ma proprio di oggettiva bellezza e purezza di uno sport nobile.

Sarà che oggi piove, che è domenica e che, nel mio studio pieno di stimoli automobilistici, sto rileggendo la bozza del libro che pubblicheremo entro Natale scritto da Antonio Tomaini (giusto un Signore che ha militato per tredici anni nella Scuderia Ferrari F1, gestendo piloti come Villeneuve, Lauda, Regazzoni, Mansell, Reutemann, Pironi, Sheckter, Tambay, Arnoux, Alboreto, Andretti), ma questo editoriale si è scritto da solo.

In questo libro, per il quale ancora stiamo cercando un titolo, Tomaini racconta (sì, verrà pubblicata una serie di interviste intitolata Tomaini Racconta) innumerevoli retroscena di quei tempi, facendo nomi e indicando date, senza troppi filtri. Sto avendo il grandissimo onore di averlo a mia disposizione per chiedere, imparare, conoscere. Più ascolto e più mi rendo conto che non si tratta di mia eccessiva affezione verso le epoche passate.

Si tratta proprio di diversa concezione del Circus e, di conseguenza, delle competizioni minori. Molti si stanno avvicinando alla Formula E. Questo non dovrebbe stupire. Essendo ancora giovanissima e meno appetibile per la visione commerciale delle aziende, lascia vedere uno spettacolo diverso, seppur muto.

Dal libro di Tomaini: “I meccanici in tuta blu, che componevano la squadra al seguito delle corse, erano otto in tutto (oltre ad un tecnico della Marelli) per gestire le due vetture più il muletto. A parte Forghieri, Ghedini ed io con i giubbetti gialli, tutti gli altri erano uomini della GoodYear al servizio di tutte le squadre gommate da loro“.

Continua Tomaini: “Oltre al loro compito di meccanici, qualcuno di essi faceva anche il segnalatore, l’autista della bisarca che, una volta scaricate le vetture e tirato il tendone, diventava anche officina, garage, spogliatoio e non raramente pure mensa. Prosciutto, parmigiano e lambrusco non mancavano mai, trovavano posto in un cassetto vicino a quello dei rapporti-cambio. Un suo spazio lo aveva anche l’affettatrice. Uno dei meccanici più abili con le pentole si esibiva nel preparare un piatto di spaghetti, anche per qualche ospite che non mancava mai“.

Spaghetti a parte, la Ferrari non era l’eccezione. Anche le altre Squadre avevano strutture simili alle nostre che occupavano i paddock, dove il pubblico non aveva difficoltà ad accedere per scattare una foto o farsi firmare un autografo dai piloti. Prezzi e possibilità d’accesso erano notevolmente più sostenibili“.

Non solo, dunque, una questione di fascino dato dalle auto estremamente più pericolose o dall’inesistenza di correttezza politica, zero leggi antifumo o formalità. Tutto questo editoriale è, ad ogni modo, assolutamente inutile, scritto quasi solo per gioco. Però vi lascio con questa immagine, la undicesima:

Dal mio studio in questa domenica piovosa è tutto, grazie di aver borbottato insieme a me. Se vi è venuta voglia di rivedere uno sport da maschi possiamo consigliarvi numerosi contributi video su questo canale. La direzione tiene a specificare che non siamo diventati un magazine di lifestyle.

di Davide Cironi

PS: in difesa del contemporaneo Campione, pubblichiamo anche Cobra, Zonda e Nicole. Massimo rispetto per qualunque pilota, sempre (tranne quando sceglie i propri abiti ad una sfilata di moda).

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