Interviste

Materazzi Racconta: La Stratos e le ombre di Lancia nelle competizioni

Pochi appassionati sanno che la Stratos ha qualcosa in comune con Ferrari F40, 288 GTO, GTO Evoluzione, Bugatti EB110 e Edonis. Questo fattore comune è l’ingegner Nicola Materazzi. Alcuni dicono che guidandole tutte si riesca a percepire un filo conduttore lungo circa 30 anni.

Materazzi Racconta: La Stratos e le ombre Lancia - Davide Cironi Drive Experience (SUBS)

Dal canto mio, saprò dirvelo tra qualche tempo. Anche se dubito che nella vita mai qualcuno mi metterà in mano una GTO Evoluzione, potrò iniziare da una Stratos stradale e magari poi una da corsa, che avrò premura di raccontarvi da dietro il volante.

Come dice l’Ingegnere nel video, buona parte della progettazione riguardo la Stratos fu opera sua. Chiaramente non si occupò del motore come avrebbe fatto poi anni dopo con Ferrari, ma proprio da Maranello venne il V6 che il disegno di Gandini ospita in posizione centrale.

Pensate dietro questa macchina quante menti geniali. Non stupisce che sia diventata un’icona delle competizioni nelle sue diverse e più celebri livree Alitalia, Olio Fiat, Marlboro e via ricordando…

Questo casco che ho in mano è un autentico pezzo di design, con ancora il suo cartellino originale attaccato, e l’autore potete ben immaginarlo parlando di Stratos. Solo nella cantina dell’Ingegnere si possono trovare certi pezzi, come anche una testata di EB110, tavole originali del ‘400 o poster originali degli anni 60, oltre all’ormai celebre regolo ereditato dall’Ing. De Virgilio.

Questa è l’illustrazione sulla scatola della famosa Stratos Silhouette prodotta da Tamiya, importantissimo produttore di modelli in scala scomparso lo stesso anno del Commendatore e proprietario della vettura raffigurata. Quest’anno è scomparso anche il suo erede, presidente dell’azienda giapponese.

La storia del nome “Stratos” meriterebbe un capitolo a sè (e mi sa tanto che lo avrà), ma difficilmente si sente parlare delle cose per come sono andate. Bisognerebbe chiederlo a chi era lì. Forse lo abbiamo già fatto.

Non resta che guardare la seconda puntata di “Materazzi Racconta” se non lo avete già fatto. Altrimenti, suggerisco di farlo di nuovo.

di Davide Cironi