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Mercedes-Benz 190 E 2.5-16v Evolution II: Lupo cattivo o agnello travestito?

La EVO2 è passata alla storia per aver stravinto il DTM 1992 con Klaus Ludwig, il re del Nurburgring. La vettura stradale venne prodotta in 502 esemplari per poter ottenere l’omologazione in Gruppo A e presentare sulla macchina da corsa un body kit estremamente vistoso, che sulla 190 EVO2 stradale ebbe l’effetto di una bomba. Guidandola però viene fuori che di mostruoso aveva solo l’aspetto. Scopriamo perché.

Mercedes-Benz 190 E 2.5-16v Evolution II: Lupo cattivo o agnello travestito? - Davide Cironi (SUBS)

Ci ho messo veramente tanto a decidere se pubblicare il mio pensiero senza filtri come poi ho fatto. Non mi viene naturale scendere da una macchina con questo stato d’animo dopo essermi reso conto di non aver trovato quasi nulla di buono dall’esperienza di guida.

L’esperienza migliore è stata guardarla da parcheggiata, studiare tutti i dettagli aerodinamici e immaginarmi le peripezie fatte da Mercedes per omologare quell’ala gigantesca (che infatti non riuscirono ad omologare in Germania, ma dovettero andare in una nazione molto meno severa).

Avrei davvero preferito scendere dalla 190 EVO2 con un sorriso di soddisfazione e appagamento come mi era successo con la M3 E30 o con la Sierra Cosworth, ma non è stato così, inutile girare il coltello nella piaga. Ho solo voluto prendermi il mio tempo per sentire altri proprietari di EVO2 altrettanto ben curate, oppure altre persone competenti che ne avevano guidata una, prima di pubblicare il test così come lo avete visto.

Da tutti ho avuto le stesse conferme. Purtroppo la Mercedes più dominante della storia del DTM, nella sua versione stradale era poco più che un agnello travestito da lupo. L’esatto contrario delle auto che preferisco io, quelle che sono lupi travestiti da agnellini. Non è bastato l’apporto di Cosworth sulla testata del 2.5 cc 16v superquadro per renderla accettabilmente potente, ma come ripeto il peggio non viene dalla mancanza di potenza, ma dalla totale assenza di una bella dinamica.

D’altra parte in quegli anni Mercedes era tutto meno che un marchio attento allo sport della guida, le sue vetture stradali erano più adatte all’uso taxi che all’uso pista. Non avrebbe dovuto stupirmi così tanto forse che il marchio di Stoccarda non aveva speso un patrimonio per produrre 502 sedili sportivi bassi e contenitivi apposta per la EVO2, così come 502 volanti più piccoli ed ergonomici o 502 kit di sospensioni create su misura per questa homologation special che forse non si aspettavano sarebbe diventata così iconica.

Come ultima conferma, prima di decidermi a dire la mia opinione senza freni, ho voluto fare una telefonata a qualcuno che di DTM e omologazioni sa qualcosa più di me (e di tutti voi messi assieme), l’ingegner Sergio Limone. Quando gli ho comunicato che avevo finalmente guidato la 190 E 2.5-16v Evolution II mi ha esclamato un “oh! L’alettone altissimo“!

Anche l’ingegnere è stato dispiaciuto di aver appreso che la macchina non ha un comportamento dinamico degno del suo impatto estetico, ma non ne è stato stupito. “Ma guardi, deve anche pensare che fare una macchina veramente sportiva per la strada a quel tempo non gli sarebbe servito a niente. Loro dovevano solo vincere il DTM per vendere più 190 normali, fare 502 auto che andassero bene sarebbe stato un costo spropositato che non gli interessava sostenere. Al tempo le Mercedes non erano volte alla guida sportiva ma alla comodità di viaggio e all’affidabilità e, per ottenere l’omologa, avevano necessità soltanto di far passare quelle appendici per stradali. Peccato però“!

Se fosse arrivata nel 1993, quando il regolamento DTM cambiò completamente e quando la 155 2.5 V6 Ti potè correre senza dover produrre una 155 stradale con le stesse appendici aerodinamiche (distruggendo le Mercedes, ricordiamo), la 190 Evolution II non sarebbe mai nata. Nel ’93 infatti le auto che partecipavano al DTM erano totalmente diverse dalle loro derivazioni stradali. Pensate se nel ’93 i regolamenti fossero stati ancora schiavi delle homologation specials, oggi ci saremmo ritrovati una 155 DTM stradale in 500 esemplari. O forse Alfa Romeo non sarebbe mai andata a sfidare i tedeschi in casa loro. Non lo sapremo mai.

di Davide Cironi

Ph: Francesco Colantoni

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