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BUON SANGUE NON MENTE: a sportellate col mio vecchio

Renault Twingo GT vs Renault 5 GT Turbo

“Papà voglio la 5 Gt o la Uno Turbo”! Da lì papà con una spiegazione giusto un po’ di parte cercò di farmi capire che la 5 era migliore. Ero ancora ingenuo e non sapevo bene dell’ eterna sfida leale e intensa che vivevano queste due macchine. Crescendo quella strana voglia anziché svanire per iniziare a pensare a cose “più serie”, si era fatta sempre più forte dentro di me. Iniziai a frequentare le corse: In pista, cronoscalate in montagna, e quella che diventò la mia più grande passione “la Targa Florio”. Ogni volta che passava una Renault mio papà era più sorridente che durante altri passaggi…

Iniziò a scaturire una grande curiosità verso questo marchio, non lo sapevo ma mio padre mi aveva già contagiato. Nel frattempo presi la patente e iniziai a stuprare le prime macchine, un bel giorno ci fu la sorpresa! Una 5 Gt Turbo a casa mia! Nel mio garage! Un sogno, anzi, quanti sogni ho fatto lì dentro addormentandomi ogni santa notte, non sono mai riuscito a prendermi di forza e staccare le mani da quel volante, di togliere i piedi da quei pedali o di scollare il fondoschiena da quei sedili così accoglienti. C’era un odore lì dentro che mi faceva proprio sognare. Avevo capito che purtroppo non potevo avere un’auto così da usare ogni giorno, i pezzi di ricambio scarseggiavano e la paura che potessero rubarla mi costringeva ad andare solo in luoghi in cui potevo tenerla ben in vista. “Ho bisogno di un’auto così, con questo carattere” mi dissi.

Cominciai le ricerche, valutai tante marche tante auto e tante versioni, ma il sangue non mente e mi innamorai proprio di una Renault, ma non quella che ci si aspetta da un appassionato, no, ricordo ancora la faccia di mio padre quando dissi: “Voglio una Twingo, ma fidati questa è una Gt”. Non fece una piega mio padre, era Renault e andava già bene così. Dentro di noi, padre e figlio, era già nata una sfida, un qualcosa che ho sempre vissuto con un emozione particolare. E che sfide nei raduni e in montagna con il caro Alfio che da padre passa sempre a sfidante, quello che vuoi superare a tutti costi. È in questi momenti che mi rendo conto che la ricerca è andata a buon fine, perché con quel giocattolo giallo riesco a rivivere le stesse emozioni che sento sulla vecchietta di mio padre, c’è voluta qualche modifica per farla invecchiare nel carattere e farla incazzare un po’, ma adesso è diventata un’ auto che riesce ad avere quella magia, che qualunque sia il tuo umore prima di entrare, dopo un impasto di pop off, odore di gomma bruciata e scarico libero ti mette sempre il sorriso. Come le vecchie care Renault di papà.

Rosario Cardillo – Foto Francesco Di Stefano

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