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I vostri articoli: Una Seat Leon Cupra e i faraglioni di Aci Trezza

Il mare sullo sfondo, con il sole che illumina i caratteristici faraglioni. Mi trovo ad Aci Trezza, in una calda mattinata di Aprile, ed in questa incantevole atmosfera, con le onde che si infrangono sugli scogli, vedo aspettarmi la Leon Cupra che con curiosità ho deciso di provare.
Il look è quello tradizionale che contraddistingue le Seat, soprattutto da quando hanno una certa “condivisione” con le ormai cugine tedesche. L’impatto estetico infatti non ti fa pensare ad un’auto da quasi 300 cv, complice anche la somiglianza con le versioni meno pepate. Per me questo è quasi un difetto, ma, grazie a questa caratteristica, devo dire che riesce ad attirare un pubblico che punta ad avere auto con tutte le comodità di un’utilitaria e premendo il tasto giusto (in tutti i sensi) riesce a diventare una belva da track day.
Queste mie prime impressioni si rafforzano quando, entrando in abitacolo, trovo degli interni sicuramente sportivi, ma non proprio “da pista”. La sensazione tra interno ed esterno è quindi la medesima, e cioè quella di un’auto nata volutamente con doppia identità. Ovviamente parlando di un progetto recente, immancabile, lo schermo touch screen. A confermare quanto detto prima, la Cupra mi permette di scegliere la configurazione più adatta al tipo di guida, scegliendo tra modalità pre-settate o con la possibilità di variare personalizzazioni tra cui quelle dell’ irrinunciabile differenziale autobloccante (meccanico), che può essere appunto controllato elettronicamente.
Parto! Il sound dall’interno è veramente accattivante, soprattutto passando a quella che resterà fino a fine giornata la modalità inserita e cioè la più cattiva “Cupra“. Procedendo a basse velocità, tra l’immancabile confusione del lungomare di questo paesino marittimo, mi concentro sui sedili e sul volante, di cui sono soddisfatto. Ottima la forma del manubrio che mi consente di avere una presa confortevole e che si presta ancora di più ad una guida maggiormente impegnativa. I sedili sono sicuramente tra i più contenitivi, non sono in pelle quindi non si scivola lateralmente e si resta ben saldi.

Inizia a defluire il traffico e mi avvicino alle prime curve. Svanisce immediatamente la paura che la potenza, per il tipo di auto (essendo una trazione anteriore), possa essere eccessiva. La Leon Cupra da infatti molta sicurezza, che diventa quasi imbarazzante quando, lanciandomi tra una curva e l’altra, mi rendo conto di non alzare il piede, grazie anche al differenziale che ti “tira” dentro le curve a velocità da auto di categorie superiori. Adesso mi sta mostrando veramente di cosa è capace ed il risultato è sinceramente pauroso, mi fa pensare che difficilmente si riesce a seguirne il passo, anche con potenze maggiori.

Meritano citazione anche i freni, che mi consentono ottime staccate con una facilità surreale, grazie a tutti i componenti che sembrano lavorare in una perfetta sintonia, è facile sentirsi dei piloti esperti, perché questo è un mezzo con cui diventa difficile sbagliare. Il tutto è orchestrato da un cambio con comandi al volante (DSG) che ha dei tempi di risposta da supercar; unica pecca, l’intervento della cambiata automatica agli alti regimi (anche se ho, ovviamente, impostato tutto sul manuale), è una cosa che mi fa veramente imbestialire.
Fortunatamente non ho il tempo di pensarci troppo, perché sono già entrato in sintonia con il mezzo, che mi sta facendo veramente godere il tragitto.

Ripensando adesso a quanto detto a prima vista, mi ricollego alla sua già provata antenata ed al suo carattere, cioè una macchina che riesce sempre a sorprenderti e che si confonde magari esteticamente tra le auto meno spinte. Con questa Leon Cupra, infatti, vai a girare in pista sulle sue ruote, torni a casa la sera e magari il giorno dopo vai a lavoro senza disdegnare un paio di curve in pausa pranzo. Considerando che, a mio parere, ogni auto deve essere valutata per quello che è la filosofia per cui viene costruita, il progetto mi sembra ben riuscito.
Il mio pensiero principale, adesso che sto ritornando al proprietario, è che in Seat (anche se gli anni passano) sono riusciti a mantenere invariato il carattere della vera “CUPRA”, rendendola però allo stesso tempo una robusta auto da viaggio.
di Rosario Cardillo
foto Francesco di Stefano