VIDEO: Renault Alpine A110 – La ex Gr.3 in fuga per un giorno
Il suo nome completo, come tutte le ragazze nobili, è lungo e altisonante: Renault Alpine A110 Berlinette 1600 SC. Fa sorridere anche solo a leggerlo per intero, figuratevi starci dentro tutto il giorno al calduccio della sua meccanica da gara.
La meccanica della Alpine è molto semplice ma altrettanto nobile. Un 1600 aste e bilanceri, completamente in alluminio, una ricerca ossessiva della leggerezza, ma non di quella grezza che si trova spesso sulle auto da corsa.
Non ci sono infatti forature a vista o simili, ma spessori ben calibrati e materiali leggeri dove non ci si aspetterebbe (come per esempio il cassoncino di aspirazione in fibra di vetro o le cornici finestre in alluminio (acciaio e cromo pesano e costano) o la totale mancanza di insonorizzante sotto la moquette.
Si viaggia su un telaio monotrave, semplice alla vergogna ma altrettanto efficace, sospensioni a bracci oscillanti con barra di torsione, tutto regolabile.
La vettura in prova, non ci scordiamo, è una vera gareggiatrice. Nata con una discutibile iniezione meccanica indiretta (che la lanciava in Gr.4 a prendere schiaffi da tutt’altri mostri) viene allestita tra il 1975 e il 1976 con due carburatori doppio corpo Weber da 45.
In questo modo può partecipare alle competizioni nel Gr.3 e dire la sua, ma mai fino in fondo perchè “Carletto, quello lì, non vince per non guastare la macchina” dicevano gli amici del pilota De Dominicis che corse con lei per oltre dieci anni.
E avevano ragione, infatti Carletto è l’unico dei suoi amici ad aver portato a casa la macchina integra (oltre che la pelle). La sua Alpine rossa (comprata così apposta: il blu è per i francesi, noi italiani corriamo in rosso) infatti continua tutt’ora a scaldare le gomme quando possibile, con più calma, in manifestazioni meno estreme.
Il pilota ha lasciato ora spazio al giovane Enrico, figlio e grandissimo appassionato conoscitore della Renault Alpine A110 che ha sempre avuto in casa. Sua l’idea di chiamarmi per proporre una prova su strada della Racer di famiglia.
Figuratevi quanto ci ho messo a dire di sì. E neanche sapevo che me ne sarei innamorato in questa maniera. Una bella sorpresa davvero, lo vedete dal video.
A dire la verità non è stata una sopresa solo per me. Carletto, il pilota, quello che non vinceva le corse perchè teneva troppo alla macchina, non era proprio esattamente al corrente di questa prova.
Come due brigantelli di quartiere io e il figlio Enrico, abbiamo tenuto il segreto fino alla pubblicazione del video. Succede anche questo al Drive Experience. Aveva ragione l’erede di questa meraviglia francese, Carletto non si è arrabbiato.
di Davide Cironi
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