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Mini De Tomaso Turbo – il Petardo – Video Test

mini de tomaso

Non vedevo l’ora davvero.
Siamo a Soave, in provincia di Verona, dove si fa l’omonimo vino bianco DOC. All’ombra del Castello Scaligero, con clima tipicamente veneto, e io farò su e giù per queste colline con la Mini De Tomaso Turbo.

La bambina snob di Innocenti, diventata un petardo da quasi 170 all’ora sotto la gestione dell’argentino, era a suo tempo il più piccolo motore turbo di serie al mondo.

Mini De Tomaso Turbo - Davide Cironi - Drive Experience

Copriva lo zero-cento in circa 10 secondi e lo faceva coccolando il guidatore nell’abitacolo di un’eleganza appena accennata, con begli accostamenti cromatici e segnali di radica come andava tanto di moda in quegli anni. Il tocco De Tomaso è tangibile come in tutte le automobili che sono nate dalla sua gestione, ma sulla Innocenti Small il suo esercizio è stato differente rispetto a lavori passati.

Vedere lo stemma celeste e bianco con la T nera sul volante mi fa irrimediabilmente collegare la mente alla Pantera GTS con i suoi cerchi spropositati e il suo alettone Countachiano sulla coda. Devo dire che De Tomaso fu un grande interprete del termine “Ignoranza” nell’accezione che io preferisco; quella che non ha nulla a che fare con la mancanza di cultura.

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La “nanetta di casa” sembra cresciuta a spallate delle sorelle maggiori, per parlare in metafora, e pare proprio aver ripreso da loro le cattive maniere che il padre argentino ha insegnato a tutte. Manesche, ribelli, belle e perdute.

Chissà cosa avrebbe potuto combinare l’argentino con più fortuna e più abilità gestionale. Di certo aveva un suo raro gusto e un’iconica, personale, unica, visione dell’automobile. Mi viene in mente un altro argentino che ne ha una.

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Ma insomma, la Mini De Tomaso che auto è? Un’utilitaria sbarazzina per figli di papà, un’atroce brucia-semafori o una vera sportiva seppur modesta quanto a potenza e soluzioni tecniche? Probabilmente è tutte queste cose. L’esemplare ultima serie che ho a mia disposizione è poi forse il più bello che io abbia mai visto, giuro che ero entusiasta di guidarla e di fotografarla. La trovo incredibilmente sobria in grigio, nonostante faccia di tutto per apparire arrogante e sgraziata. Saranno i cerchi da 12” della versione aspirata 1300 che, ricordando il disegno dei Miura, la rendono persino elegante in fiancata, complici le superfici vetrate quasi pari a quelle di lamiera. Vedendo una Small o Nuova Mini Innocenti ho sempre avuto un leggero senso di repulsione, ma mi rendo conto che sto qui a guardare la De Tomaso come se la volessi comprare.

mini de tomaso

Non la guiderei più di una volta a trimestre, quindi mi faccio passare la voglia subito (anche perché ho già una Mini 1000 del 1989 nera da restaurare che userò per far stizzire le Smart nei parcheggi in centro, nonché per imitare James Hunt).

Tuttavia resta la gran voglia di provarla e farmi un’idea personale su di lei. Spesso mi chiedono come faccio a scendere da macchine che valgono milioni di euro, con potenze aeronautiche, che offrono sensazioni inavvicinabili, e a salire su modeste sportivette come questa, senza perdere l’oggettività di giudizio che è necessaria in questo mestiere. In realtà mi viene naturale, quando inizia la giornata io apro gli occhi già cancellando temporaneamente dalla testa e dal fondoschiena tutto quello che non c’entra niente con la macchina in questione. Tengo a mente le sue simili, ma una Bugatti non riesce a sporcarmi l’esperienza di guida di una Mini De Tomaso Turbo.

Azzero tutto, giro la chiave.

Davide Cironi

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