Alfa Romeo SZ : Il Mostro – Test Drive Video
Alle porte degli anni novanta il cassetto dei sogni nel cuore di ogni alfista era ormai libero.
Le grandi supercar del passato quali 33 Stradale e Montreal appartenevano ormai ad un’epoca troppo lontana e troppo gloriosa per essere considerate un punto di riferimento, soprattutto nel periodo in cui Ferrari aveva appena presentato la F40 e le rotture con le forme del passato erano irreversibili.
A Milano c’era impellente necessità di aria nuova, che fosse convincente e sconvolgente allo stesso tempo, un nuovo sogno per occupare quel cassetto.
Il progetto ES-30 (experimental sportscar 3.0 litres) in collaborazione con la carrozzeria Zagato doveva essere proprio questo, una nuova tacca sul meravigliometro dell’automobilismo mondiale, qualcosa di unico e mai visto su strada.
Tanto era volta al futuro la forma, quanto legata al passato era la sostanza. Infatti tecnicamente la nuova Alfa Romeo SZ era il canto del cigno per un progetto ormai risalente a un’altra epoca, con l’adozione del famigerato 3.0 V6 12v già montato sulla 75, ulteriormente elaborato fino a 210cv, schema transaxle con cambio al posteriore e ponte De Dion.
Praticamente c’era Alfa Romeo stampato a fuoco in ogni dettaglio, senza spazio per compromessi.
Se questa meccanica era già affascinante sulle 75 3.0 V6, gli ingegneri capitanati da Giorgio Pianta la resero ancor più efficace sulle 1036 SZ prodotte (tutte rosse tranne una nera), attraverso un nuovo settaggio delle sospensioni che rese la vettura affilata e impeccabile in ogni circostanza di utilizzo.
Non era più un’amante esigente come la 75 Turbo Evoluzione con la quale condivideva l’impianto frenante, ma offriva un’intesa perfetta, accomodante e surrealmente semplice.
L’esperienza di guida era in contrasto con l’aspetto tagliente e burbero della vettura.
La carrozzeria Zagato, insieme al centro stile di Torino, plasmò sulla meccanica migliore del settore l’estetica più eccentrica del decennio, utilizzando materiale termoplastico (Modar) che dichiarava non troppo segretamente le intenzioni del marchio Milanese: creare una VERA arma da guerra.