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Mia amata BMW, ti tradisco con Mercedes – di Valerio Cometti

Cara BMW,

ti ricordi di me? Abbiamo trascorso tanti anni di passione assieme. Che gran corse a tetto abbassato, trainato dai tuoi meravigliosi 6 cilindri in linea. Se ci pensi, non credo siano stati molti a comprare due E93 330 cabriolet/coupé, una dietro l’altra, una bianca ed una nera, due gesti di quello che è stato sincero amore.

Oggi, lo sai bene, ti tradisco con Mercedes, però tanto sentimento non scompare facilmente e perciò mi ritrovo a scriverti con lo stesso affetto che si serba ad un amore importante. Ti scrivo perché non ti riconosco più.

Non riconosco più le tue vetture, un tempo in grado di farmi girare la testa, oggi invece riescono a farmela girare… dall’altra parte. Esagero? Forse un po’, d’altra parte si sa che l’amore a volte ci porta a reazioni eccessive, ma non riesco più a tacere. Ho posato i miei occhi su di te quando sapevo di non poterti ancora avere: ricordo come fosse ieri le linee tese e severe della splendida 635 CSi del 1978, disegnata dal geniale Paul Bracq.

Fra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 il tuo design mi conquistò per la capacità di veicolare con maestria le diverse personalità della tua gamma: dalla rivoluzionaria Serie 3 E36, così sportiva ed elegante alla composta e raffinata Serie 7 E38.

Per non parlare della genialità e del coraggio della due posti Z1: i corti sbalzi, il poderoso cofano e le porte a scomparsa” mi emozionano  ancor oggi. Inutile dire che il mio cuore venne definitivamente rapito dalla serie 8 del 1989: a chi può interessare se il modello abbia venduto tanto o poco quando forme e proporzioni sono così immortali? Erano gli anni durante i quali, mia amata BMW, ti eri saputa confermare la vettura per l’amante di una sportività elegante, decisa e personale.

Per non parlare delle prime vetture M, rigorosamente aspirate, puntualmente eccessive, ma sempre splendide, piene di coraggio ed idee. Poi ti ricordi quando arrivò Chris? Ti ricordi il mio amico Bangle così vulcanico e geniale? Magari non tutte le sue idee furono perfette, ma con Chris ed il suo “flaming surface” diventasti la marca più ambita ed imitata. Ti ricordi che persino le sonnolente Audi e le borghesi Mercedes dovettero cercare di darsi un appeal più dinamico? Poverine, non sapevano più come assomigliarti!

Idee, provocazioni ed originalità: a tratti il nostro amore è stato contestato, ma se guardiamo una Serie 5 E60 del 2003 ci rendiamo ancor oggi conto di quanto bene sia invecchiata.

In quegli anni sapevi anche bilanciare innovazione e tradizione: come definire altrimenti le archetipali e perfette proporzioni della Z8 del 2000, le cui curve sensuali seppero conquistare James Bond, oltre ovviamente il sottoscritto…

Ok, nel 2009 ti liberasti di Chris e del suo modo di mettere in discussione certezze e canoni teutonici. Per qualche anno a seguire, mia cara BMW, hai saputo diluire con bravura alcuni concetti nati proprio col flaming surface: sembrava tu avessi saputo sapientemente smussare le provocazioni di Chris e perciò le serie 5 F10 e serie 3 F30, pur non eccessivamente originali, seppero interpretare ancora correttamente il tuo DNA così unico e personale.

Sapevi ancora farmi battere il cuore. Certo, ormai erano arrivati gli anni dei SUV, compresi quei mostri inspiegabili tipo la X6, ma quasi preferisco non pensarci. Mi illudesti un’ultima volta nel 2011 con la Serie 6 F13, così raffinata per non dire magistrale nella sua declinazione Gran Coupé. Poi gli anni continuano a passare, ma le tue idee sembrano sempre più rade e deboli: i modelli si susseguono, ma io non ti riconosco più, non capisco più dove tu voglia andare. Sono forse gli amici cinesi, così ghiotti delle tue automobili a distrarti dal buon design ed a farti infarcire di cromature posticce le vetture nuove?

Cosa mi vuoi dire con la nuova Serie 5? Mi stai dicendo che non sai più in quale direzione andare? È forse colpa di Audi che ti ha convinto a fare le vetture tutte uguali?

E che dire della neonata serie 3? Hai visto bene l’Alfa Romeo Giulia? Lasciane stare i pochi motori e le scarse dotazioni, non cambiare discorso… stiamo parlando di design! Hai visto le perfette proporzioni e l’espressività delle forme della Giulia? Quali sono le idee nuove nella serie 3? Sarebbero forse i fregi a forma di T sparpagliati qui e la? Oppure il doppio rene che piano piano si sta trasformando in due denti da castoro?

E vogliamo forse parlare della nuova Z4? Nemmeno le proporzioni ti interessano più? Hai visto che le mancano almeno 30 centimetri nel passo? Quanto a lungo pensi di poterci distrarre con curve e controcurve, superfici concave e convesse in una travagliata alternanza che andava bene quando Chris la introdusse 20 anni fa, ma che oggi, senza mancar di rispetto a nessuno, fanno anche i coreani?

No, mia passionale amata bavarese, ad un amore così grande non si può perdonare niente, porta pazienza. Affiancando la vecchia serie 8 e la nuova, neonata serie 8, si capisce tutto il tuo smarrimento. Alla nuova serie 8 non manca certo qualche buona idea, però se ci sforza di non pensare ai poderosi propulsori ed alle importanti prestazioni e ci si concentra solo sulle linee, ci si rende conto che si tratti di una vettura senza una chiara personalità, senza il necessario grado di innovazione. Abbiamo atteso 20 anni per avere una nuova ammiraglia degna di sfoggiare il numero 8 e ci ritroviamo con un oggetto esteticamente meno innovativo di una Lexus LC 500 e visivamente meno scultoreo di una Mercedes Serie S Coupe, sebbene uscita nel 2014. Non va bene, amore mio, non mi basta.

Devi tornare ad essere un faro, un riferimento di idee, eleganza, innovazione, raffinatezza o sfrontatezza: scegli tu la direzione, ma torna ad essere la marca che tutti copiano ed ammirano. Persino quella “macchina per anziani” che fabbricano a Stoccarda, quella con le tre punte, ha saputo rinascere: dopo i decenni raffinati e “classici” regalati dalla matita del friulano Bruno Sacco, Mercedes ha passato degli anni sgraziati e simil-sportivi, dai quali è risorta in tempi recenti con un nuovo linguaggio coerente e riconoscibile, in un riuscito equilibrio fra compostezza e dinamismo, quello che oggi sfoggia la sua gamma. E tu, mia adorata bavarese dal posteriore scodante?

Cosa fai?

Sforni le terribili Gran Turismo?

Oppure aggiungi posticci fregi cromati sulla Serie 7?

E la X7? Volevi forse mostrare alla Rolls-Royce che eri in grado di disegnare una vettura più sgraziata della Cullinan?

Come tutti i veri innamorati, chiudo gli occhi e mi rifiuto di guardare la realtà.

Chiudo gli occhi e mi ripeto che sei ancora capace di farmi sognare e, mentre le lacrime mi riempiono gli occhi, stringo fra le mani una fotografia stropicciata della splendida i8, perché il mio cuore sente che c’è ancora speranza.

di Valerio Cometti

www.v12design.com
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