Design

ODI ET AMO: Il Taccuino del Designer – di Valerio Cometti

Tutti noi appassionati di automobili ci animiamo di improvvisi amori ed altrettanto intensi odi. Ogni novità sulla quale posiamo gli occhi viene scrutinata con voracità, alla ricerca di quel delizioso dettaglio che ci appassioni o di quello scivolone che ci faccia (si può dire?) incazzare. A maggior ragione, visto che si tratta anche del mio lavoro, oltre che della mia grande passione, osservare le automobili è per me motivo di grande tormento: amore e odio si combattono senza tregua. Mi tolgono il sonno, mi rubano l’appetito (be’, adesso forse sto esagerando). Per questo motivo voglio condividere con voi alcune pagine del mio disordinato taccuino, pagine nelle quali annoto dettagli ed intere vetture che negli ultimi mesi hanno meritato il mio sospiro di innamorato, oppure il mio grugnito indignato.

AMORE:
In un mondo fatto di plance sempre più “touch”, smaterializzate, affollate di schermi luccicanti (inevitabilmente coperti di ditate) è sempre bello trovare qualche pazzo che introduca dei pulsanti fisici. E non può che essere definito (adorabile) pazzo chi abbia deliberato la lunga pulsantiera della climatizzazione a bordo della nuova Chevrolet Corvette a motore centrale: probabilmente scomodissima, ma da plaudere per il coraggio, un vero “dito medio” rivolto ai display tutti uguali. Bring it on!

AMORE:
È difficile trovare dei motivi per i quali innamorarsi del design Audi in tempi recenti. C’è però qualche segnale (timido) che la fotocopiatrice con la quale “zoomavano” i modelli, scalandoli fra loro per ottenere tutta la gamma, si sia inceppata e qualcuno ad Ingolstadt, nel tentativo di trovare qualche idea nuova, sia incappato in un vecchio libro della storia aziendale. Sfogliando quelle pagine, ormai ingiallite, il frontale della mitica Quattro Sport dev’essere stato di ispirazione per il design della nuova A1, che infatti trova insperata verve proprio all’anteriore, dove ben figurano le iconiche tre feritoie superiori. Col de Turini?

ODIO:
L’ingegnere che è in me continua a ripetermi che è tutto un tema di ingombri tecnici, che il finestrino probabilmente non si sarebbe aperto a sufficienza, ma il designer che abita nell’altra metà del mio cervello non si dà pietà: ma com’è possibile lasciare, in una vettura tanto magnifica quale la Mercedes Classe E Coupé, per lo più senza montante centrale, un frammento di vetro fisso, incuneato alla fine dell’arco in prossimità del montante C? Nein, nein, nein!

AMORE:
Non riesco davvero ad immaginare un’estetica più lontana dal mio personale gusto, ma sarebbe ingiusto non plaudere al coraggio ed alla visione di chi abbia disegnato gli interni della DS3 Crossback. In un mondo spesso ortogonale od in alternativa curvilineo, introdurre un’architettura romboidale è indubbiamente segno di personalità e riconoscibilità. Senza dimenticare che tale linguaggio viene sviluppato con maestria e coerenza sulla plancia, fra le bocchette, i pulsanti centrali, i comandi del tunnel ed i rivestimenti della plancia. Il tutto, peraltro, si lega molto bene persino con le geometrie del logo stesso del brand transalpino. Chapeau!

ODIO:
Subisco in modo particolare il fascino delle “gran turismo”. Vetture a due porte possenti, strabordanti di coppia, dai cambi vellutati, che in souplesse sono in grado di divorare un passo alpino dietro l’altro, senza curarsi troppo del punto di corda, quanto invece del comfort dei fortunati occupanti. Sono perciò sempre ghiotto di novità in questo prestigioso segmento. Quando però le novità hanno le forme confuse della nuova McLaren GT, faccio fatica ad innamorarmene. Dopo la maestria con la quale in McLaren hanno saputo scolpire la fiancata ed il posteriore della 720, faccio fatica a vedere lo stesso talento dietro all’alternarsi confuso di superfici morbide e spigolose della GT. Gosh!

AMORE:
Forse farei prima a confessare il mio amore per tutta la nuova Defender: dal punto di vista del design, uno dei progetti più riusciti, difficili e ricchi a memoria d’uomo. Mi limiterò a plaudere un dettaglio che magari molti di voi troveranno perlomeno polarizzante, ma che invece io credo incorpori il grado di autenticità e coerenza con il quale è stato sviluppato il progetto: mi riferisco alla fanaleria posteriore. La fascia interna, inserita nella porzione colorata in nero, esalta il dialogo con il volume al di sopra della linea di cintura, mentre le gemme esterne ricordano (volutamente) la precedente fanaleria fatta isolati elementi luminosi, avvitati direttamente sulla carrozzeria, senza alcuna integrazione. Omaggio gratuito? Forse, ma che meraviglia… Well done!

ODIO:
Se tralasciamo la prima generazione del 1978, le generazioni successive si sono sempre distinte per linee tese, proporzioni curate ed un design discreto pur con un crescendo di muscolarità. Dopo oltre vent’anni di tali riuscite premesse e oltre 15 anni di gestazione, non posso davvero darmi pace guardando la nuova Toyota Supra.
Afflitta anch’essa dagli stessi limiti di architettura della parimenti infelice BMW Z4, ovvero passo corto e sbalzi troppo pronunciati, la nuova Supra cerca di distrarci con aperture, fregi, curve e controcurve tesi a valorizzarne la sportività, ma che invece al mio occhio sembrano solo appesantirla. Inoltre, i 15 centimetri in lunghezza perduti rispetto alla quarta generazione del 1993 si vedono tutti: alle superfici manca lo slancio necessario. Non dico harakiri, però un paio di schiaffetti sulle mani…

AMORE:
Ai miei tempi, quando vetture di questo segmento avevano l’orologio digitale sembrava già molto. Le plastiche erano più rigide di quelle del camion dei Playmobil. Il contagiri era appannaggio delle versioni più sportive, gli alzacristalli elettrici una rarità e gli specchietti elettrici una dotazione da viziosi. A parte questa nostalgia che rivela solo la mia vetustà, ammirare oggi gli interni della nuova Peugeot 208 mi fa ammutolire, sia per materiali, che per soluzioni formali, che per dotazione tecnologica. Dalla strumentazione digitale con effetto di profondità tridimensionale (una vera primizia tecnologica, che attendevo da tempo di vedere chi avrebbe adottato per primo), ai materiali texturizzati con gusto, all’ergonomia e qualità di tutti i touch point. Oh là là!


AMORE:
A volte i piccoli dettagli sono quelli che rapiscono maggiormente la mia fantasia ed in questo caso, mi rendo conto siano davvero piccini.
Eppure quando mi soffermo ad osservare i due satelliti posti nella parte inferiore del volante della Mercedes AMG GT 4 Porte non riesco a non innamorarmi ogni volta. Dotati di piccoli display OLED, questi due satelliti uniscono il meglio della tattilità fisica, con tutti i benefici di un’interfaccia digitale, in grado di cambiare informazioni in base al contesto. Modalità di guida, rigidezza delle sospensioni, estrazione alettone posteriore e via dicendo: innumerevoli funzioni, chiare da selezionare e leggere. Wunderbar!

AMORE:
Altro dettaglio forse secondario, al limite dell’irrilevante per alcuni di voi, però mi piace ugualmente dare una metaforica “pacca sulle spalle” ai designer degli interni della nuova Kia XCeed, specificamente per la bella cornice che in un unico gesto delimita le bocchette centrali dell’areazione e supporta lo schermo dell’infotainment. Anche grazie al coraggioso contrasto cromatico, diventa un elemento di indubbia personalità ed eleganza. Joh-eun (vuol dire “buono” in coreano)!

AMORE:
Più che per la vettura in sé, il mio amore in questo caso va al grande riconoscimento che la disciplina del design da essa riceva. Per decenni, la vettura più venduta della storia dell’umanità ha avuto un approccio alla definizione delle forme non dissimile a quello che caratterizza un utilitaristico elettrodomestico. Qualità ed affidabilità illimitate, ma emozioni pari a quelle generate da un tiepido consommé. Oggi, invece, anche Toyota Corolla ammette che prendere la pancia delle persone è importante, proiettare un’immagine decisa, riconoscibile, rendersi oggetto di desiderio anche irrazionale, diventa imprescindibile anche per la casa dei tre anelli.
Finalmente, il consommé è pieno di wasabi!

ODIO:
Adoro il Made in Italy, adoro le vetture sportive ed adoro la tecnologia automobilistica… allora perché non riesco a mascherare la delusione nell’osservare le forme della straordinaria Dallara Stradale? Perché non riesce ad emozionarmi? Strano a dirsi, ma non riesco a trovare un singolo “colpevole” di questa mia tiepida reazione di fronte ad una vettura altrimenti meritevole di ogni plauso. Certi giorni mi accanisco sul frontale, il cui profilo arcuato della bocca inferiore ne sottrae aggressività e rabbia, altri giorni è la lama in composito che chiude inferiormente le fiancate in modo troppo piatto…altri ancora è il modo nel quale le ruote posteriori non sembrano ben dialogare con passaruota e volume sovrastante. In generale sembra che gli aspetti funzionali (indubbiamente vitali per questo tipo di vettura ed a giudicare dai risultati dinamici, perfettamente centrati) abbiano minato la ricerca di pura emozione e poesia. Mumble mumble.

AMORE:
Chi starà inveendo per i miei commenti critici alla Dallara, probabilmente si ritroverà a gettare oggetti contundenti allo schermo leggendo quanto segue, ma ricordiamoci che qui parliamo sempre e solo di design, non di cavalli e prestazioni. Il mio taccuino non ha abbastanza pagine per lodare con il dovuto trasporto un progetto riuscitissimo, quale è la nuova Suzuki Jimny. Forme, proporzioni, colorazioni, dettagli, tutto in questa vettura è stato pensato in modo coerente, funzionale e simpatico. Arigatō!

AMORE:
Sapete bene come il mio amore per BMW stia passando un momento difficile, ma devo ammettere che la concept M Vision Next ha saputo lenire un po’ dei miei dolori. Ammetto di aver molto apprezzato tanto la definizione complessiva delle linee (ho sempre avuto un debole per la mitica M1) quanto la preziosità dei dettagli. L’equilibrio fra superfici levigate e decise increspature è particolarmente felice, mentre semplicemente geniale la scomposizione dei volumi evidenziata dai giochi cromatici: il grigio satin, lascia spazio alle bandelle inferiori in forged carbon per poi esplodere nelle porzioni in arancione fluo, così “pop” da sembrare uscita da un quadro astratto. È evidente come ci sia ancora molto talento in quel di Monaco di Baviera (basta non guardare la griglia della Concept 4).

Ci sarebbero ancora dozzine e dozzine di pagine da sfogliare e condividere con voi, ma mi fermo perché sono curioso di conoscere le pagine dei vostri taccuini…. Cosa mi raccontate?

di Valerio Cometti

www.v12design.com
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